sabato 17 ottobre 2009

Crisi politica italiana: Berlusconi è la principale minaccia per la democrazia italiana?

di Angela Corrias

globalresearch.ca

berlusconi Il 7 ottobre, La Corte costituzionale italiana ha dichiarato incostituzionale il cosiddetto Lodo Alfano, un disegno di legge che il governo Berlusconi aveva portato in Parlamento. Avrebbe concesso alle quattro cariche più alte dello Stato (Primo Ministro, Presidente della Repubblica e i presidenti delle due Camere del Parlamento), l'immunità totale durante il loro incarico. Sebbene il Lodo Alfano non sia ammirevole a causa dei processi nei quali il signor Berlusconi è attualmente coinvolto, e la possibilità che egli avrebbe di allungare i termini fino alla prescrizione, la verità è che il dibattito pubblico su questo disegno di legge è un chiaro messaggio al premier che il suo attuale momento politico si avvicina alla fine.

La stampa internazionale sta letteralmente distruggendo la reputazione già traballante di Berlusconi, l'ultimo esempio è il Newsweek: "Perché l'Italia dovrebbe scaricare Berlusconi." Sebbene sia lusinghiero che la comunità internazionale si preoccupi così tanto del destino dell'Italia, molti inevitabilmente cominciano ad interrogarsi sulle vere ragioni alla base di questa processo. Certo, le origini politiche del premier italiano non sono molto ortodosse, visto che mafia e Loggia massonica P2 sono fortemente coinvolte, ma ciò che è maggiormnente evidente in tutte le cronache internazionali è l'importanza che viene data alle feste selvagge di Berlusconi in Sardegna, al punto tale che Christofer Dickey del Newsweek si spinge fino a menzionare la "corruzione" e la "dissolutezza" di Nerone o dei Borgia

Vero, Berlusconi (e la sua coalizione) non è affatto il migliore esempio di politico onesto, con la sua ossessione per il controllo dei media, dei magistrati e della mente del pubblico, cosa che inevitabilmente puzza di totalitarismo. Ma i toni esagerati della stampa inglese di solito moderata e professionale (The Times lo ha definito come "squallido" e "un buffone") dà da pensare. Perché Berlusconi ha improvvisamente acquisito tanti nemici? Perché i media internazionali sono così preoccupati per il futuro dell'Italia? Potrebbe essere una coincidenza, ma ci sono molti segnali che il governo Berlusconi non si sta adeguando al comportamento internazionale comunemente accettato.

Il tanto lodato rigetto del Lodo Alfano è servito solo a distogliere l'attenzione pubblica da ciò che potrebbero eventualmente essere le cause alla base di una condanna internazionale verso le politiche più recenti di Berlusconi. La sua amicizia sempre più stretta con la Russia di Putin, il mondo arabo ed i mercati dell'est in generale, in un momento in cui le relazioni degli Stati Uniti con l'Iran sono sempre più difficili, è comprensibilmente non apprezzato dalla Casa Bianca. Inoltre, l'invito di Berlusconi a riconsiderare un graduale ritiro delle truppe italiane dall'Afghanistan, dopo che sei soldati sono morti in un attentato a Kabul il 17 settembre, non è stato accolto positivamente dagli Stati Uniti, date le intenzioni di Obama di aumentare il numero delle truppe Usa e Nato in quella terra devastata.

Anche se la recente decisione della Corte costituzionale di rifiutare l'immunità dai procedimenti giudiziari a Berlusconi può avere l'effetto di far sentire i politici meno protetti in caso di corruzione, questo ci richiama inevitabilmente al maxi-caso di Mani Pulite dei primi anni '90 che fu avviato dal tribunale di Milano e si concluse con l'espulsione della vecchia classe politica che aveva offerto un consistente sostegno ad operazioni segrete della CIA ai tempi della Guerra Fredda. Tuttavia, dopo la caduta del muro di Berlino, la vecchia classe politica italiana era diventata troppo fuori moda e non abbastanza aperta ai nuovi interessi del mondo moderno. Le migliaia di processi degli anni '90 si conclusero con la fine ufficiale della Prima Repubblica e l'inizio della Seconda Repubblica. In realtà questo ha significato il congedo della vecchia classe e l'introduzione di personaggi nuovi e riciclati, con la conseguenza che nulla è cambiato nella scena politica: le coalizioni di governo sono ancora instabili ed i livelli di corruzione sono elevati.

Mentre si teneva impegnata l'attenzione pubblica con le notizie dei casi giudiziari di Mani Pulite, dietro le quinte stava accadendo qualcosa di più importante, che avrebbe fortemente influenzato il futuro dell'Italia. Il 2 giugno 1992, sullo yacht reale inglese Britannia, leaders italiani di centro-sinistra, insieme all'élite finanziaria italiana, incontravano i maggiori protagonisti della scena finanziaria internazionale. Questo fu l'inizio di ciò che avrebbe portato l'Italia sull'orlo del collasso. Le grandi aziende e la Banca Centrale d'Italia (Bankitalia), furono vendute a banche anglo-americane per quasi niente. Nel corso di tale riunione fu deciso che gli istituti finanziari stranieri potevano controllare il 48 per cento delle imprese italiane, tra le quali Buitoni, Locatelli, Negroni, Ferrarelle, Perugina e Galbani. Mentre i dibattiti sui casi di mani Pulite imperversavano in tutto il paese, élites finanziarie nazionali ed internazionali decidevano come sostituire la vecchia classe politica con una nuova, completamente manipolata dai nuovi proprietari. Quando è diventato Presidente del Consiglio, Giuliano Amato, nel giugno 1992, ha iniziato un processo di privatizzazione sconsiderata, previa consultazione con le ammiraglie di Wall Street: Merrill Lynch, Goldman Sachs e Salomon Brothers. [1]

Sotto il controllo politico ed economico, e militarmente occupata, l'Italia è stata una colonia degli Stati Uniti fin dalla fine della seconda guerra mondiale quando, con il crollo del regime fascista, l'OSS (precursore della CIA) reintrodusse ex gerarchi fascisti, che avrebbero dovuto essere perseguiti. Invece, furono ingaggiati per aiutare la CIA nella creazione di Gladio, la versione italiana di Stay-Behind presente in tutta l'Europa occidentale, e nella creazione del cosiddetto Anello della Repubblica, un servizio segreto parallelo con collaboratori in tutte le principali forze armate dello Stato. Questa organizzazione avrebbe controllato e manipolato molti aspetti della vita all'interno del paese, e organizzato gli attacchi terroristici durante la "strategia della tensione", non ultimo dei quali è stato il rapimento e l'uccisione dell'ex primo ministro Aldo Moro. [2]

In seguito al rigetto del Lodo Alfano, Berlusconi ha un'idea ancora più chiara che la sua carriera politica è finita, ma, a differenza dei leaders della Prima Repubblica, non sembra arrendersi. I suoi ex alleati (come Gianfranco Fini, ex fascista e attuale portavoce della Camera del Parlamento) lo hanno abbandonato e hanno stretto strane alleanze con ex rivali. Il suo ministro dell'economia, Giulio Tremonti, che sembrava disposto a proteggere le decisioni politiche dagli interessi bancari (specialmente contro i sottili suggerimenti di Mario Draghi, attuale presidente della Banca Centrale d'Italia e uno dei principali animatori delle trame dello yacht Britannia nel 1992), ha tuttavia organizzato una riunione strategica l'8 Ottobre (il giorno dopo la decisione della Corte), all'interno dell'Aspen Institute Italia, di cui è il Presidente. Partecipanti insieme ad una vasta gamma di nomi importanti: Massimo D'Alema, ex primo ministro della coalizione di centro-sinistra, Ignazio Marino, candidato alla segreteria del PD (di centro-sinistra), Umberto Veronesi, ex Ministro della Salute di un governo di centro sinistra, Franco De Benedetti (fratello di Carlo, presidente del gruppo editoriale L'Espresso, Proprietario de La Repubblica, giornale mainstream, vicino ai partiti di centro-sinistra e tra i critici più severi del governo Berlusconi), Renato Brunetta, attuale ministro dell'amministrazione Berlusconi e Roberto Castelli, attuale vice ministro e membro del partito della Lega Nord nella coalizione di governo.

Lo scopo di tale riunione, secondo la lettera di invito, era quello di lavorare per "una nuova leadership", in grado non solo di "affrontare la crisi, ma piuttosto di immaginare e costruire il «dopo» [...] con una rinnovata e forte responsabilità, non solo sul piano socio-economico, ma anche sul piano politico". In poche parole, un gruppo eterogeneo di ordine finanziario e politico sta già programmando il post-Berlusconi, e il mix esplosivo che vede membri di entrambe le coalizioni in affari con i capi delle grandi aziende è ben lungi dall'essere la "cospirazione comunista" di cui Berlusconi continua a parlare, ma somiglia fortemente al "complotto capitalista", di cui lui pensava di avere il pieno controllo.

La nuova classe politica sembra disposta a compromettere ulteriormente l'indipendenza d'Italia, che soffre ancora per il saccheggio dei primi anni '90. La politica estera di Berlusconi è una minaccia per il forte legame che l'Italia ha sempre avuto con gli Stati Uniti. Berlusconi è forse squallido e controlla gran parte dei media italiani, ma i continui attacchi della stampa internazionale, nascosti dietro un falso "prendersi cura della democrazia italiana", sono responsabili di confondere ulteriormente l'opinione pubblica e concentrare le energie delle persone intorno a questioni secondarie, deviandole da quella che è veramente una minaccia per il benessere dell'Italia.

Traduzione : Dakota Jones

Note:

[1] Antonella Randazzo, Come è stata svenduta l’Italia, March 12th, 2007, http://www.disinformazione.it/svendita_italia2.htm

[2] Sergio Flamini, Trame Atlantiche, Kaos Edizioni, 2005; e Stefania Limiti, L’Anello della Repubblica, Chiarelettere, 2009

Angela Corrias è una giornalista freelance italiana con sede a Londra

Fonte: www.globalresearch.ca

Nessun commento:

Posta un commento

I commenti sono moderati e quindi non saranno visibili immediatamente