domenica 6 febbraio 2011

Di chi è la rivoluzione?

Tutte le doppie facce, durante la rivoluzione in Egitto, in questo articolo dell'Online Journal, ripreso da PrisonPlanet

Di chi è la rivoluzione?
di Jerry Mazza
Online Journal

egypt-whose Secondo le informazioni raccolte dal Telegraph britannico, in un articolo di Venerdì scorso, Proteste in Egitto: sostegno segreto americano per i leaders ribelli dietro la rivolta, "Il governo americano ha segretamente sostenuto i protagonisti dietro la rivolta egiziana che hanno pianificato il "cambio di regime" negli ultimi tre anni. "

La fonte delle informazioni è una serie di rivelazioni  contenute in dispacci diplomatici segreti americani precedentemente pubblicati da Wikileaks secondo cui i funzionari americani avevano fatto pressione sul governo egiziano perchè liberasse altri dissidenti che la polizia aveva arrestato. Svelavano che l'Ambasciata americana al Cairo aveva aiutato un giovane dissidente a partecipare ad un vertice per attivisti a New York, sponsorizzato dagli Stati Uniti

Tornando al Cairo nel dicembre 2008, l'attivista ha detto ai diplomatici degli Stati Uniti che un'alleanza di gruppi di opposizione aveva elaborato un piano per rovesciare il presidente Hosni Mubarak e installare un governo democratico nel 2011. Leggete l'intero il documento segreto. Esso menziona che l'attivista era già stato arrestato dalla sicurezza egiziana in relazione alle manifestazioni e la sua identità è protetta dal Daily Telegraph.

La crisi egiziana segue la caduta del presidente tunisino Zine al-Abedine Ben Ali, che fuggì dal paese dopo le diffuse proteste perchè lasciasse la carica.

Anche precedenti informative diplomatiche degli Stati Uniti pubblicate da Wikileaks mostrano che i funzionari americani fecero pressione sul governo egiziano perche rilasciasse altri dissidenti che erano stati arrestati dalla polizia. 

Gli Stati Uniti chiesero anche  la liberazione di Mohammed ElBaradei, il premio Nobel ed ex direttore generale dell'AIEA favorevole alla riforma, che era stato posto agli arresti domiciliari dopo il suo ritorno in Egitto per unirsi ai dissidenti. Scontri si sono svolti al Cairo, Suez, Alessandria e altre città importanti in tutto l'Egitto, un paese di 80 milioni di persone. ElBaradei è visto da molti come la scelta degli Stati Uniti per guidare il Fronte Nazionale per il Cambiamento. La sua lontananza dall'Egitto e dai suoi scandali è positiva per alcuni, ma la sua scarsa presenza sul territorio è abbastanza negativa per gli altri.

Ma Ayman Nour del partito Kifaya ha dimostrato nelle elezioni del 2005 che il governo potrebbe essere messo in discussione  ed è uno dei favoriti. Ahmed Zewail, uno scienziato egiziano-americano, e vincitore del Premio Nobel per la Chimica 1999, è un altro potenziale candidato, come Segretario Generale della Lega Araba Amr Monnsa, secondo Monarchi del Nilo di World Today. È interessante notare che il figlio di Mubarak, Gamal ha detto addio a qualunque desiderio di essere coinvolto negli affari o nelle politiche di suo padre.

Eppure, Paul Joseph Watson su Prison Planet ha presentato ElBaradei  come un Fantoccio Globalista, che si prepara a dirottare la rivoluzione egiziana. Watson ha sottolineato che ElBaradei è un membro del consiglio dell'International Crisis Group, "un'oscura ONG (organizzazione non governativa) che gode di un budget annuale di oltre 15 milioni di dollari e viene finanziata da gente del calibro della Carnegie, Fondazione Ford, la Fondazione Bill & Melinda Gates, così come dall'Open Society Institute di George Soros . Lo stesso Soros è impegnato come  membro del Comitato Esecutivo dell'organizzazione." Egli ricorda inoltre che Zbigniew Brzezinski ha fatto propaganda per ElBaradei.

D'altra parte, ElBaradei ha esibito una certa dose di coraggio e di indipendenza, confrontando i Fratelli Musulmani con gli ebrei ortodossi, definendoli politicamente come potenziali  estremisti religiosi, dicendo che avrebbe negoziato una forma di governo di unità nazionale, evitando presumibilmente l'estremismo e stando con i manifestanti centristi e il loro desiderio di un nuovo e più indipendente punto di vista.

Ma il brutto segreto dietro a tutto viene niente meno che dall'articolo di USA Today Israele dice che i legami con l'Egitto devono essere preservati. Benjamin Netanyahu ha detto recentemente al suo governo, "Israele e l'Egitto sono stati in pace per più di tre decenni, e il nostro obiettivo è garantire che questi legami siano preservati". Ha aggiunto: "In questo momento, dobbiamo dar prova di responsabilità, moderazione e massima prudenza."   Perché?

La verità è che "Israele ha firmato uno storico accordo di pace con Anwar Sadat." Il segreto è che Mubarak, che ha preso il potere dopo che Sadat fu assassinato nel 1981, ha onorato l'accordo di pace, facendo dell'Egitto un importante fonte di stabilità, e vendendo nel frattempo i  regimi arabi suoi amici, in particolare i palestinesi. I rapporti si sono mantenuti freddi ma stabili, permettendo così ad Israele di diminuire in maniera significativa le sue forze armate. "Questo ha  portato con sé anche gli 1,5 miliardi dollari in aiuti militari dagli Stati Uniti all'Egitto, secondo solo a quello che riceve Israele, 3 miliardi di dollari in più per gli aiuti militari. Inoltre, circa 500 ufficiali di più alto rango in Egitto vengono addestrati negli Stati Uniti ogni anno.

Quindi, gli israeliani stanno guardando molto attentamente i disordini, temendo che un nuovo regime potrebbe abbandonare l'accordo di pace ed entrare di nuovo in conflitto con Israele. Prima dell'accordo di pace, i paesi hanno combattuto quattro guerre in trent'anni. .
Mentre i rapporti si sono mantenuti spesso sereni, Mubarak li rappresentava ancora nei confronti del mondo arabo, spesso mediando tra Israele e i palestinesi. Mubarak ha anche collaborato con Israele contro il gruppo militante di Hamas, che governa la Striscia di Gaza, l'instabile striscia costiera che delimita sia Israele che l'Egitto.

Funzionari israeliani, parlando in  anonimato, si sono dichiarati molto preoccupati per la traballante presa di Mubarak al potere. Alcuni temevano che la violenza potrebbe diffondersi alla Giordania confinante con Israele, l'unico altro paese Arabo con un accordo di pace con Israele, o nei territori palestinesi.

Un funzionario israeliano ha detto all'agenzia AP, "Un Egitto stabile con un trattato di pace con Israele, significa un confine tranquillo. . . Se ci sarà un cambio di regime, Israele dovrà rivedere la sua strategia per proteggere i suoi confini da una delle forze militari più moderne della regione."

Questi sentimenti si ritrovano anche nell'articolo dell'Atlanticwire Perchè Israele teme l'instabilità dell'Egitto: "Il presidente Obama ha già espresso il proprio sostegno ai manifestanti che si oppongono al regime autoritario di Hosni Mubarak in Egitto. Ma ora gli Stati Uniti sono chiamati da uno dei loro più stretti alleati, Israele, a sosteneli nelle critiche a Mubarak e a prendere in considerazione invece la promozione della stabilità. Il gran parlare di estromissione potenziale di Mubarak è accompagnato dall'idea che i Fratelli Musulmani assumeranno il governo.  La paura di Israele in questo momento è che con la perdita di Mubarak si perderà il trattato di pace di Israele con l'Egitto, in vigore dal 1979. Barak Ravid Haaretz riferisce che il governo israeliano è preoccupato per la sicurezza del paese senza l'Egitto come alleato. Altri che hanno seguito il dibattito, però, non sono convinti che Israele abbia qualcosa di cui preoccuparsi."

HaAretz ha chiesto Chi proteggerà Israele sul fronte egiziano? La pace con l'Egitto è stato un vantaggio strategico decisivo per Israele, che deve astenersi da qualsiasi azione che potrebbe metterlo a repentaglio. Eppure la relativa compiacenza - relativa alla preoccupazione per altre minacce, vicine e lontane - ha un prezzo. I generali esperti, che hanno combattuto nel Sinai nella guerra dello Yom Kippur come giovani ufficiali al comando di divisioni corazzate, vengono scaricati non solo dall'esercito permanente, ma anche dal servizio di riserva attiva. Varie unità che si sono specializzate nella progettazione e nella conoscenza del territorio e del nemico sono state sciolte. Gli unici  veterani del Sinai restanti ai vertici dell'establishment della difesa sono Ehud Barak, il quale, durante la guerra del 1973, comandava un battaglione corazzato e poi fu comandante di brigata e di battaglione, e Ashkenazi, che ha combattuto nel Sinai come cadetto militare.

Eppure, l'attuale governo egiziano è stato sollecitato dal segretario degli Esteri britannico William Hague ad ascoltare le legittime richieste dei manifestanti. Il Segretario di Stato americano Hillary Clinton ha detto di essere "profondamente preoccupata per l'uso della forza." Leggi l'intero articolo del Telegraph per tutti i dettagli, quello principale è la spinta degli Stati Uniti perchè Mubarak dica addio e rapidamente.

A partire da Martedì, Obama ha chiesto a Mubarak di dimettersi e i due sembravano d'accordo sul giorno delle elezioni, 11 settembre, otto mesi da oggi. Negli stessi giorni successivi, centinaia di migliaia di manifestanti sparsi al Cairo dicevano "no" con una sola voce. Si dice che Obama stia spingendo Mubarak a dimettersi al più presto, secondo il NY Times, edizione del 2/2/11.

Un precedente articolo esterno del New York Times del senatore John Kerry, ha insistito sull'allontanamento di Mubarak al più presto. Il popolo egiziano ha applaudito l'idea "via subito" arrivata dopo aver sofferto sotto il regime autocratico di Mubarak per 29 anni, Sadat prima di lui, e Abdul Nassar prima ancora, per un totale di 60 anni di  governo autocratico appoggiato dai militari.

Tuttavia, l'altra brutta faccenda è che ElBaradei  ha avvertito di un imminente bagno di sangue il Martedì, cioè, che la polizia in borghese e i teppisti assunti da Mubarak stavano per attaccanre i manifestanti al Cairo. Il conteggio del Giovedi mattina calcola 97 morti e migliaia di feriti. ElBaradei ha denunciato le "tattiche intimidatorie".

Mercoledì notte, ho visto un live report sulla MSNBC mentre gli aggressori degli attivisti si ritiravano, lanciando bottiglie molotov mentre andavano via. Alcuni spari echeggiavano in lontananza e gli incendi tremolavano sullo sfondo. Un carro armato copriva gli attivisti con una cortina di fumo per la protezione. Non era una bella scena.

Quanto al motivo per cui 30 anni di governo autocratico sono esplosi oggi, un articolo di World Today di Maha Azzam, Monarchs of the Nile, ha commentato che il 40 per cento degli egiziani vive al di sotto della soglia di povertà, la disoccupazione è al 10 per cento, l'inflazione in corso a un livello simile, la sorte della piccola borghesia e dei poveri è costantemente diminuita. La maggior parte della ricchezza generata è concentrata in una nuova ricca mega elite collegata al regime. Questa divisione economica nuova e molto evidente ha creato spaccature sociali profonde." Non dissimile dagli Stati Uniti.

Curiosamente, mentre questa pentola della rivoluzione bolle e tumulta, il sito middleeastermonitor.org riporta Una ONG per i diritti sostiene che gli aerei israeliani che trasportano armi per disperdere la folla sono arrivati in Egitto. Se questo è vero, si spera che gli israeliani non decideranno di intervenire ad un certo punto spinti da una gomitata degli Stati Uniti per "stabilizzare le cose".

Questo potrebbe essere disastroso, considerando che l'esercito egiziano finora ha più o meno sostenuto gli attivisti politici e ha tacitamente appoggiato la loro rivoluzione, e non Mubarak. Nessuno vorrebbe vedere questo  incredibile sfogo rivoluzionario, in grado di purificare il Medio Oriente di almeno uno dei principali  autocrati, rimpiazzato da altri. L'effetto desiderato è un gesto di libertà produttiva per i mediorientali e le loro famiglie. Ma l'ombra dei Fratelli musulmani e delle altre forze fondamentaliste resta nella regione, anche se hanno agito finora per la calma, le loro motivazioni, metodi e ideologie, devono ancora essere pienamente conosciute.

Così, la rivoluzione iniziata in Tunisia può diffondersi a una serie di paesi del Medio Oriente per cambiare le dinamiche di chi governa e come la vita si vive meglio da diseredati. E' probabile che per alcuni questa ondata di rivoluzione sia fonte di gioia  e per gli altri di paura per il cambiamento nelle dinamiche delle forze dominanti - proprio come l'idea di "cambiamento" si è evoluta negli Stati Uniti da un cambiamento per aiutare la classe operaia e i media al finanziamento dei fallimenti finanziari e dell'establishment della difesa.

Come scrive Paolo Schramm sul Wall Street Journal, "le proteste di piazza in Tunisia e altrove nella regione non sono solo di grande importanza per il mondo arabo, ma hanno il potenziale di prefigurare un futuro economico più luminoso per il mondo. Il messaggio di base dei manifestanti non è quello di soffocare le aspirazioni economiche della generazione più giovane, soprattutto come quella ben istruita della Tunisia. Incatenateli a vostro rischio e pericolo."

In un articolo di Rense, Gerald Celente va ancora più lontano dicendo, Il Fervore Rivoluzionario è destinato a propagarsi al di là degli Stati arabi, la prossima sarà l'Europa. Celente scrive: "Come vedremo in Egitto, colpi di stato militari si travestiranno come cambiamenti di regime. Già il pubblico è stato condizionato a vedere l'esercito egiziano come amati liberatori. Ma in realtà essi sono semplicemente un altro braccio del governo autocratico, con una familiarità con gli ideali democratici non superiore a quella del dittatore che sostituiscono. . . egli stesso formatosi nei ranghi delle forze armate.

"I leaders e i media del mondo non stanno riconoscendo la rivolta egiziana per quello che è: un preludio a una serie di guerre civili che porteranno a guerre regionali che porteranno alla prima" Grande Guerra "del 21° secolo. . ".

Anche se interessante, trovo questa teoria troppo cinica. Ritengo che in un mondo lacerato dagli eccessi della ricchezza, del potere, dei militari, in breve la mentalità Bilderberg, si spera  vi sia una svolta storica per la rivoluzione e la libertà delle masse da queste forze, in questo momento storico.

Speriamo che  il seguito sia l'uscita dall'attuale Regno del Terrore, come nel 18° secolo in Francia, per elimnare una monarchia decadente in favore di una democrazia parlamentare. Come pure, le colonie britanniche del tempo divennero gli Stati Uniti attraverso la loro Guerra Rivoluzionaria. Produssero una Carta dei Diritti e la Costituzione che già da allora era minacciata dalla schiavitù,e sopravvisse, solo per affrontare la Guerra al Terrore dell'11/09/2001. Ancora una volta, una minaccia alla nostra democrazia negli Stati Uniti dall'interno come all'Egitto e al mondo esterno, con le corporzioni globali  e le aspirazioni egemoniche degli Stati Uniti. Quali carte il destino riservi a noi e al popolo egiziano in seguito, nessuno lo sa.

Democracy Now! Mercoledì ha riportato la barbara risposta dei sostenitori di Mubarak quel giorno: Live dall'Egitto: il vero volto del regime di Mubarak, di Abdel Sharif Kouddous. Secondo Kouddous, "Il regime di Mubarak oggi ha lanciato una campagna di violenza brutale e coordinata per allontanare dalle strade del Cairo il movimento di massa per la democrazia in Egitto".

Troppo per un cambiamento pacifico di governo!

Fonte: PrisonPlanet 5 Febbraio 2011
Traduzione: Dakota Jones

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