lunedì 19 settembre 2011

Italia declassata: rating del credito abbassato da S & P

WashingtonsBlog

Italia declassata da S & P

S & P ha appena declassato il credito dell'Italia.

Ho lanciato  l'allarme per l'Italia dal 2008.

Il problema si estenderà in quanto nessuno dei problemi fondamentali è stato risolto

Nessuno dei problemi fondamentali economici in Italia o in Europa o altrove sono stati affrontati ... figuriamoci risolti. Quindi il problema si potrà solo estendere.

I problemi finanziari in Italia - e in Europa, e nell'intero mondo - sono stati  in gran parte causati fraudolentemente.

E, come ho notato dal 2008, spostare i debiti fraudolenti delle banche all'interno dei bilanci delle nazioni porta solo a crisi nazionali:

La Banca dei Regolamenti Internazionali (BRI) viene spesso chiamata "la banca centrale delle banche centrali", in quanto coordina le transazioni tra le banche centrali.

BRI sottolinea in un nuovo rapporto che i pacchetti di salvataggio delle banche hanno trasferito i rischi significativi sul bilancio del governo, che si traduce nel corrispondente ampliamento dei credit default swap sovrani:

La portata e la grandezza dei pacchetti di salvataggio bancari significa anche che i rischi significativi sono stati trasferiti sul bilancio del governo. Questo è stato particolarmente evidente nel mercato dei CDS sovrani coinvolti sia nei grandi salvataggi bancari individuali che nei pacchetti di supporto su larga scala per il settore finanziario, compresi gli Stati Uniti. Mentre questi CDS venivano scambiati di rado prima dell'annuncio dei pacchetti di salvataggio, si sono ampliati improvvisamente alla domanda di protezione del credito, mentre l'ampiezza del corrispondente settore finanziario si è ristretta.

In altre parole, assumendo enormi porzioni del rischio dalle banche che commerciano  in derivati ​​tossici, e spendendo migliaia di miliardi che non hanno, le banche centrali hanno messo i loro paesi a rischio di default.

Come ho scritto nel mese di luglio:

Uno studio di 124 crisi bancarie da parte del Fondo Monetario Internazionale ha scoperto che il sostegno alle banche che fanno solo finta di essere solventi danneggia l'economia:

L'esistente ricerca empirica ha dimostrato che fornire assistenza alle banche e ai loro debitori può essere controproducente, con conseguente aumento delle perdite per le banche, che spesso l'abuso di tolleranza fa correre dei rischi improduttivi a spese del governo. Il risultato tipico della tolleranza è un buco profondo nel patrimonio netto delle banche, paralizzanti oneri fiscali per finanziare salvataggi bancari, e anche contrazione dell'offerta di credito e  declino economico più di quanto non sarebbe avvenuto in assenza di tolleranza.

Un'analisi che attraversa tutti i paesi fino ad oggi mostra anche che le misure di politica compiacente (come il consistente supporto di liquidità, l'esplicita garanzia statale sulle passività delle istituzioni finanziarie e la tolleranza delle regole prudenziali) tendono ad essere fiscalmente costose e che queste politiche particolari non necessariamente accelerano la velocità della ripresa economica.

***

Troppo spesso, le banche centrali privilegiano la stabilità rispetto al costo nel fervore della fase di contenimento: in tal caso, esse possono anche concedere troppo liberamente prestiti a una banca in crisi di liquidità che quasi certamente si dimostrerà in ogni caso insolvente. Inoltre, la chiusura di una banca non vitale viene spesso ritardata per troppo tempo, anche quando ci sono chiari segni di insolvenza (Lindgren, 2003). Dal momento che la chiusura della banca trova molti ostacoli, si tende a fare affidamento invece sulle garanzie della copertura del governo che, se la posizione fiscale e politica del governo le rende credibili, sono in grado di funzionare anche se a costo di porre l'onere sul bilancio, tipicamente restringendo la prestazione futura di necessari servizi pubblici.

Ora, Grecia, Irlanda, Portogallo, Spagna, Italia e  molti altri paesi europei - così come gli Stati Uniti e Giappone - si trovano ad affrontare gravi crisi del debito. Non siamo più ricchi abbastanza da sostenere il salvataggio delle boriose banche.

Fonte WashingtonsBlog 20 Settembre 2011
Traduzione: Anna Moffa per
ilupidieinstein.blogspot.com

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