domenica 13 novembre 2011

Italia e Grecia: Governate dai banchieri

"Governi tecnocratici" governano a favore dei mercati finanziari

di Michael Roberts
Global Research
Socialist Project e Thenextrecession.wordpress.com

Sia la Grecia che l'Italia saranno governate da cosiddetti governi 'tecnocratici'. Anche se sia il primo ministro greco George Papandreou che il primo ministro italiano Silvio Berlusconi sono stati trnquillamente eletti in elezioni parlamentari e non sono mai stati sconfitti in qualsiasi voto di fiducia in parlamento, sono stati cacciati - per essere sostituiti da ex banchieri centrali non eletti ed ex dirigenti di hedge fund e banche d'investimento. D'ora in poi, i mercati finanziari si regoleranno direttamente sulla vita del popolo italiano e greco.

b568

La democrazia dovrebbe essere messa al di sopra dei mercati, ha detto Papandreou. Berlusconi ha detto che la nomina di un governo di tecnocrati sarebbe "un colpo di stato antidemocratico", che  non tiene conto del risultato elettorale del 2008. Tuttavia sta accadendo. In Grecia, Lucas Papademos diventerà primo ministro. Era a capo della banca centrale greca, quando la Grecia ha aderito all'euro e si vanta del suo ruolo di primo piano nel raggiungimento di tale obiettivo. Ora prende il sopravvento in modo da mantenere la Grecia nell'euro, una decisione che ora il presidente Nicolas Sarkozi considera "un errore". Papademos era in carica quando i funzionari greci mentivano sulla loro posizione fiscale alle autorità dell'Unione europea e ha esercitato un controllo perchè il governo greco non riuscisse ad incassare le tasse dai greci ricchi (come lui). Ma ora è solo l'uomo dei mercati finanziari. La Grecia sta per essere gestita dall'uomo più responsabile di averli messi in questo pasticcio. E' come se Alan Greenspan assumesse la carica di Presidente degli Stati Uniti dopo che Wall Street avesse chiesto  al presidente Obama di dimettersi per non essere riuscito a tagliare la spesa abbastanza da pareggiare il bilancio!

Entra Goldman Sachs

In Italia, prenderanno il sopravvento Mario Monti e Giuliano Amato. Monti è un importante professore di economia che ha brevemente lavorato per Goldman Sachs e poi è diventato commissario Ue per molti anni, durante i quali ha insistito sulla 'liberalizzazione e deregolamentazione' dei mercati. Lui è un caro amico del nuovo capo della BCE, 'Super Mario' Draghi , un altro banchiere italiano. Nel 1990, quando un certo numero di paesi, tra cui Italia e Grecia, si sono impegnati volontariamente in operazioni di credit swap per prendere parte al debito pubblico e al deficit fuori dai conti ufficiali, con la connivenza e l'aiuto di Goldman Sachs in special modo, Draghi era direttore generale del Tesoro italiano e poi si unì a Goldman Sachs (2002-2005). Sia Draghi che Papademos hanno ottenuto il dottorato in economia al MIT nel 1978. Amato è un ex primo ministro del 'centro sinistra', che era vicino al corrotto premier socialdemocratico Bettino Craxi negli anni '90. E' stato a capo della commissione  italiana anti-trust che ha cercato di liberalizzare l'economia soprattutto nel settore dei servizi finanziari.

Ora Silvio Berlusconi è come il Rupert Murdoch italiano, solo peggio. E' il magnate dei media d'Italia, che ha dominato la politica per 15 anni attraverso una serie di inganni, abusi e corruzione (dovrà affrontare più di 15 accuse in tribunale una volta che si dimetterà), oltre alla sua inclinazione per le feste e le giovani donne. Il suo rifiuto di ogni crisi dell'euro è stata sconcertante. Solo la scorsa settimana ha detto alla stampa: "La vita in Italia è la vita di un paese ricco: i consumi non sono diminuiti, è difficile trovare posti sugli aerei, i nostri ristoranti sono pieni di gente." Parlando in precedenza presso la borsa di New York, ha detto "L'Italia è oggi un grande paese nel quale investire. .. oggi abbiamo meno comunisti e quelli che sono ancora lì negano di esserlo stati. Un altro motivo per investire in Italia è che abbiamo bellissime segretarie ... ragazze superbe." Durante il  terremoto che ha colpito l'Italia centrale nel 2009, ha detto ai sopravvissuti senzatetto che avrebbero dovuto vedere la loro situazione "come un fine settimana in campeggio". E così ha continuato .

Ma almeno Berlusconi è stato eletto. Ora sta per essere sostituito non da un nuovo leader eletto, ma da banchieri centrali e banchieri d'investimento. Essi prenderanno ordini dall'Unione europea, dalla BCE e dal FMI, la temuta Troika. Il FMI è guidato dall'ex ministro delle Finanze francese Christine Lagarde. Lagarde dirigeva una società legale internazionale che dava consigli sui piani di 'contabilità creativa' per il debito pubblico e il suo vice David Lipton lavorava a Moore Capital, un hedge fund internazionale. L'organo dell'UE che supervisionerà il pacchetto di salvataggio greco e può comprare il debito italiano è l'EFSF. E' diretto da Klaus Regling, che ha lavorato presso l'hedge fund Moore Capital! Nel 2009 ha detto in una conferenza: "L'unione monetaria funzionerà meglio nei prossimi dieci anni che negli ultimi dieci anni, considerando lo schema generale delle cose." Le entrate da emissione di obbligazioni EFSF varranno l'1 per cento dei probabili 100 miliardi di emissioni per le grandi banche europee e del calibro di Goldman Sachs. Così faranno molti soldi al di fuori dei finanziamenti del 'salvataggio'.

Entrano i Creditori

Questi banchieri sono ora in carica perché i leader eletti del popolo greco e italiano non erano in grado di soddisfare le esigenze degli investitori nei loro titoli di Stato. Le banche europee, i fondi pensione e le assicurazioni e gli hedge fund hanno smesso di comprare debito pubblico in Grecia e in Italia. Non è che i leader eletti non abbiano cercato di soddisfare le esigenze del settore finanziario. I leader socialdemocratici in Grecia erano pronti ad affrontare sommosse, scioperi e opposizione nel loro partito pur di eseguire gli ordini del capitale finanziario. L'opposizione di centro-sinistra in Italia ora permetterà che un altro bilancio draconiano passi in Parlamento questa settimana. Ma tutti i loro sforzi non sono stati sufficienti a placare le esigenze dei loro creditori. Ora i banchieri preferiscono avere la loro stessa gente direttamente in carica.

E qual è il piano? I banchieri si ostinano ad introdurre ulteriori tagli al settore della spesa pubblica, tasse più alte, massicce privatizzazioni dei beni dello Stato e altre misure per assicurare che tutte le obbligazioni detenute dal settore finanziario europeo siano rimborsate per intero e che non ci sia default. I greci hanno avuto il permesso di default parziale sul 50 per cento dei debiti detenuti dal settore privato, ma in modo che il greco medio soffra ancora di un 30 per cento di riduzione del tenore di vita nei prossimi dieci anni. Neanche questo solleverà la Grecia dal suo peso. Il debito pubblico sarà ancora al 120 per cento del PIL entro la fine del decennio, nella migliore delle ipotesi (probabilmente più vicino al 140 per cento), mantenendo l'onere del rimborso sulle spalle di un'intera generazione di greci. Gli italiani si trovano ad affrontare lo stesso trattamento. Come ha detto un cittadino italiano, Pietro Pappagallo, di 58 anni, da Bari:

"Sono preoccupato per i miei risparmi che potrebbero diventare carta straccia. Tutti gli sforzi per mettere qualcosa da parte e non ne ho ricavato nulla. Ho già affrontato quattro cambiamenti della mia pensione. Avevo programmato la mia vita fuori e ora dicono che devo lavorare di più. Come padre, mi preoccupo per i miei figli, che probabilmente non avranno mai una pensione."

Il capitale finanziario vuole essere pagato interamente (con la minor quantità di default sul loro investimento). Ma i leader dell'Euro vogliono anche che quelli che considerano come stati dissoluti come la Grecia e l'Italia, seguano la linea della prudenza fiscale ed eseguano i pareggi di bilanco e abbassino il loro debito in modo che il carico fiscale sui profitti del settore capitalista possa essere ridotto. E vogliono che la zona euro sopravviva come centro di rilievo dell'Europa nel mondo degli affari. La rottura dell'euro sarebbe disastroso per questo. Ma dopo gli eventi traumatici dei mesi scorsi, ora sono disposti a tollerare l'estromissione della Grecia dall'euro a meno che non riesca a raggiungere gli obiettivi di bilancio e ad abbassare lo standard di vita del popolo greco. Ma se l'Italia fallisse, allora l'euro crollerebbe. Ecco perché i banchieri hanno preso il sopravvento.

La realtà è che, nonostante tutti gli sforzi dei leader socialdemocratici per adottare politiche 'neoliberali' di austerità fiscale, privatizzazioni, riduzione delle prestazioni pensionistiche e distruzione delle leggi a tutela del lavoro, la Grecia non ha ancora raggiunto gli obiettivi fissati dalla troika . E' previsto che farà default a titolo definitivo nel 2012. Per l'Italia è diverso. Anche se il suo debito pubblico è alto rispetto ai livelli europei, la maggior parte di quel debito è in mano alle banche italiane e non a quelle straniere, il governo sta gia attuando 'il bilanciamento dei suoi libri contabili' (se si esclude il pagamento degli interessi sul debito) e l'industria capitalista italiana può ancora vendere prodotti oltreoceano. Così l'Italia può evitare il default - a scapito delle condizioni di vita, lavoro e servizi pubblici.

Entra il Default

Esiste un'alternativa a questa miseria. L'ho descritto nei post precedenti (vedi "Un programma alternativo per l'Europa", 11 settembre 2011). I governi democraticamente eletti in entrambi i Paesi dovrebbero annunciare insieme che sono inadempienti su tutto il debito del settore pubblico detenuto dal settore privato. Se questo farà fallire le loro banche (come sarebbe), dovrebbero essere comprate, con i depositi dei clienti protetti e poi gestite come imprese pubbliche destinate a dare all'industria e alle famiglie, per rilanciare gli investimenti e i consumi. Invece di scivolare in una spirale di debiti che porta alla recessione economica (o alla depressione continua, come quella in cui gran parte dell'Europa è già dentro), il recupero potrebbe essere messo in moto dall'investimento guidato dallo stato. Naturalmente, questo è un anatema per i leader capitalisti europei e i settori capitalistici perché significherebbe minacciare l'economia basata sul profitto sulla quale esercitano un controllo. Così, invece, avremo il governo dei banchieri.

Michael Roberts è un economista e gestisce il blog thenextrecession.wordpress.com nel quale è stato pubblicato questo articolo.

Fonte:
Global Research 13 Novembre 2011
Traduzione: Anna Moffa per ilupidieinstein.blogspot.com

Nessun commento:

Posta un commento

I commenti sono moderati e quindi non saranno visibili immediatamente