giovedì 1 novembre 2012

Sulle ultime accuse all’Iran: ma quali sono le “fonti” del giornalismo occidentale?

di Enrico Galoppini
European Phoenix

uragano-sandy

Bisogna ammettere che non gli manca la fantasia. Da mesi, anzi da anni, ci si attende quale scusa definitiva, o “pistola fumante” (come piace dire ai “cowboy”), salterà fuori per giustificare una guerra all’Iran (quanto al “dichiarare”, la guerra ormai non la si dichiara ufficialmente più a nessuno, altrimenti gli si dovrebbe riconoscere almeno la dignità del “nemico” stabilita dal diritto internazionale, il quale recepisce a sua volta una “etica della guerra”).

Ne abbiamo già sentite di tutti i colori, dalle “armi di distruzione di massa” al “nucleare iraniano” (di per sé “terrificante”), dal sostegno al “terrorismo” (o a Chavez, il che è lo stesso) ai “diritti umani violati”. E questo mentre fior di (giovani) scienziati iraniani – sull’esempio iracheno - vengono uccisi da sicari armati dall’occidente. Ma di questo non si deve parlare, mentre si elevano lodi alla “scienza” come una sorta di divinità laica.

Sull’onda di simili “infamanti” accuse, uno poteva immaginarsi chissà quali altri ‘conigli’ sarebbero saltati fuori dal cilindro dello Zio Sam, notoriamente ricco di trovate ad effetto.

Ma quest’accusa davvero le supera tutte o quasi, perché peggio ci potrebbe essere solo quella di aver diffuso nel mondo la lebbra o il colera.

Così, nientemeno che il “Washington Post” ci fa sapere che l’uragano Sandy, spettacolarizzato a dovere dai “media” di tutta la parte di mondo sottomessa all’America, sarebbe stato creato da unità delle Forze armate iraniane, in combutta con quelle siriane, per sferrare un grave colpo agli Stati Uniti, colpevoli di alimentare e sostenere l’insurrezione dei “ribelli” in Siria.

A parte il fatto che quest’ultima attribuzione di responsabilità è vera per stessa ammissione degli occidentali, che fanno un vanto di condurre una nazione allo sfascio, “l’autorevole” testata americana non ha la faccia tosta di affermare un’enormità del genere in maniera esplicita. La fa dire ad una “pagina su Facebook” di sostenitori del “regime siriano”, ed in particolare delle sue Forze armate, la quale avrebbe avocato a queste ultime, coadiuvate da unità specializzate in “guerra meteorologica” di quelle iraniane, il merito di aver colpito così duramente il “Grande Satana”.

In pratica una non notizia, poiché non è certo serio effettuare un collegamento con degli Stati, per di più su una cosa così delicata ed importante, per il solo fatto che una “pagina su Facebook”, i cui intestatari manco si sa chi sono, inneggia al “colpo gobbo”.

Ma tanto basta per cominciare a mettere la classica pulce nell’orecchio di un pubblico che, attraverso una sottile disinformazione, tra film ed “esperti”, è stato comunque abituato all’idea che siano già state sviluppate armi per la cosiddetta “guerra climatica”, e comunque sistemi per la modificazione del tempo atmosferico, anche grazie alla solfa sul “global warming”. Il tutto certamente a fin di bene!

La questione non è assolutamente campata in aria, anzi. Alcuni giorni fa, a Firenze, si è tenuto un convegno sulla geoingegneria, tra i cui relatori vi era anche il Gen. Fabio Mini, che alcuni anni fa ha curato l’edizione italiana di un libro di due ufficiali dell’Esercito cinese, i quali ammettevano già l’esistenza di simili sistemi d’arma di tipo non convenzionale e di studi atti a renderli sempre più efficaci. Insomma, la questione comincia ad uscire dalle ristrette cerchia dei “complottisti”, che alla fine tanto scemi non sono.

Ma guarda caso, sulla stampa cosiddetta “autorevole”, dove non si parla mai della sistematica irrorazione dei nostri cieli da parte di aerei senza insegne presumibilmente della Nato con sostanze nocive quali alluminio, bario e torio (le cosiddette “scie chimiche”), si riprende entusiasticamente una diceria da “social network”, ovvero una specie di ‘millantato credito’ al riguardo di qualcosa che probabilmente si sarebbe desiderato di poter generare… (quello che in inglese vien definito wishful thinking).

Ma, soprattutto, in casi simili valga di regola un’aurea regola. Si attribuisce ai “cattivi” quello che in realtà si sta già facendo regolarmente o si ha intenzione di fare.

Non sono infatti i cinesi o i russi i maestri dell’arte di manipolare il “meteo” a fini bellici, come invece ci raccontano talvolta i “nostri” notiziari per additare al “cattivo” sempre i soliti, bensì proprio gli occidentali, in particolare anglo-americani e sionisti.

E se anche tutti quanti, a questo punto, avessero sviluppato sistemi per condurre una “guerra del meteo”, va detto che a casa nostra, sui nostri cieli, quest’azione metodica ed insistente, a ritmo quotidiano, non è svolta da cinesi o russi, tantomeno da iraniani e siriani. Ecco perché i “media” e tutti i cosiddetti “esperti” tacciono, minimizzano e depistano: tengono famiglia!

Anzi, c’è chi, addirittura, più realista del re, rincara la dose rispetto alla “notizia” del “Washington Post” tratta dal mondo dei “social network” dove ciascuno può farsi un “profilo” e fanfaronare quel che vuole, e dà la cosa per certa, sparando un titolo ad effetto: L’uragano Sandy? Un attacco di “guerra meteorologia” dell’Iran con tecnologie avanzate!

A conferma, le consuete “fonti”, che a questo punto, considerato il livello dell’informazione occidentale, più che di tipo giornalistico è da ritenere siano di un genere alcolico, ma di una gradazione particolarmente elevata!

Fonte: European Phoenix 1 Novembre 2012

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