mercoledì 13 marzo 2013

I tedeschi non amano più l’euro

merkel-euro
Un articolo della Faz riflette il malumore di cittadini e imprese contro i Paesi “cicale” dell’area Sud e la nostalgia per il marco

di Filippo Ghira
Rinascita

La Germania si trova già immersa nella campagna elettorale che vedrà in autunno il rinnovo completo del Bundestag. E con l’occhio rivolto alle urne e il cuore attento al portafoglio, con la crisi economica in corso e la difficoltà di tirare avanti che penalizza anche una buona parte dei cittadini, politici e giornali si sono messi virtualmente a sparare contro quelli che vengono additati come coloro che succhiano il sangue dei tedeschi, gente seria e sobria, lavoratrice e risparmiatrice e che non ha grilli nella testa.

E i nemici sono i soliti. Tutti i Paesi dell’area Sud dell’Unione europea che nella loro incontinenza nelle spendere e spandere le risorse pubbliche, hanno creato un debito stratosferico che mette a rischio il sistema di moneta unica e la stessa sopravvivenza dell’Unione. E se sotto accusa restano Paesi come Spagna, Portogallo e Grecia (oltre all’Irlanda) che sono stati costretti a richiedere gli aiuti dell’Unione europea, ora sotto tiro è finito pure Cipro che a sua volta ha chiesto l’intervento dei fondi di stabilità.

L’attacco è stato lanciato dalla Faz, Frankfurter Allgemeine Zeitung, il più autorevole  quotidiano tedesco che ha accusato la Banca centrale europea di non voler pubblicare i dati sulla ricchezza dei cittadini dei singoli Stati membri per non fare emergere una verità spiacevole. E cioè, che Cipro può contare su una ricchezza media superiore a quella di Spagna, Portogallo e Grecia.

L’istituto presieduto dall’ex Goldman Sachs, Mario Draghi, questa è l’opinione della Faz, sta nascondendo questa realtà, perché vuole evitare che qualche Paese metta il veto ad aiuti europei a Cipro, in base al principio: “se sono così ricchi, ci pensino da soli a salvarsi”. Peraltro, nella tirata della Faz, quotidiano della città in cui ha sede la stessa Bce, emerge tutto il fastidio del cittadino tedesco medio per una crisi economica che tocca pure la Germania e che fa divenire insopportabili i sacrifici che vengono richiesti per salvare Paesi che si pensa che siano destinati comunque alla bancarotta.

A dare credito alle cifre pubblicate dalla Faz, il fastidio dei crucchi è apparentemente motivato e finisce per investire un Paese come l’Italia che in Germania viene visto come la quintessenza del Paese casinista e scialacquatore ma che, al tempo stesso, può contare su una ricchezza personale superiore a quella dei tedeschi.

Infatti se il patrimonio medio pro capite tedesco è di 135 mila euro, quello italiano è di 165 mila. Pure Cipro, che ha chiesto l’attivazione di un programma di aiuti si trova meglio (87 mila euro) di Spagna (81 mila), Grecia (70 mila) e Portogallo (60 mila). Chi sta meglio di tutti è il Lussemburgo con 215 mila euro anche in conseguenza della massiccia presenza nelle banche del granducato di capitali di incerta provenienza e di società holding che sfruttano la favorevole tassazione sulla distribuzione dei dividendi. Un Lussemburgo che, con Germania, Olanda e Finlandia è gratificata della tripla A da parte delle agenzie di rating, come massimo voto espresso sulla affidabilità e solvibilità dei propri titoli pubblici. Buona ultima è la Slovacchia con un misero patrimonio medio di 19 mila euro.

La Faz quindi, strizzando apparentemente l’occhio a quei Paesi europei “virtuosi”, come Slovacchia ed Estonia, che di fatto hanno pagato per sostenere e salvare Paesi più “ricchi”di loro, intende invece rivolgersi all’interno della Germania, ai cittadini tedeschi che il 22 settembre andranno a votare per il Bundestag. La presa di posizione della Faz è sintomatica, non fosse altro che il quotidiano è espressione degli interessi e degli umori del capitalismo tedesco che, colpito dalla crisi economica, non intende più pagare pegno per le colpe di altri Paesi che si sono indebitati spendendo più di quanto fosse lecito o decente fare.

La nascita di un nuovo partito come Alternativa per la Germania, che dichiara apertamente il proprio euroscetticismo, ne è la più eclatante dimostrazione. Ma non si tratta del solito partito nazionalista, da liquidarsi sbrigativamente come xenofobo, ma una forza che si sta costruendo e che vede tra i suoi esponenti di spicco anche l’ex presidente della Confindustria e molti professori universitari. Un partito che vuole che la Germania riveda la sua appartenenza alla moneta unica e che, in alternativa, cerchi di espellerne i Paesi “cicale” come quelli già aiutati dall’Unione. O quelli che potrebbero farlo in futuro come l’Italia. Altrimenti dicono, sarebbe meglio tornare al buon vecchio marco che un tempo era l’emblema di un Paese sano, forte e sicuro di sé, I sondaggi danno  ragione al nuovo partito. Due terzi dei tedeschi pensano con rimpianto al marco e vedono con fastidio che il governo di Berlino, come primo contribuente dell’Unione, versi consistenti risorse finanziarie ai fondi salva Stati e alla Bce per aiutare Paesi che sarebbe meglio lasciare al loro destino e fare fallire.

Un sentire comune che preoccupa Angela Merkel che pure nei sondaggi viene data vincente con la Cdu-Csu e con i liberali, contro la coalizione formata da Spd e Verdi più la Linke.

Fonte: Rinascita 12 Marzo 2013

1 commento:

  1. "cermania" sarà una vittima dell'euro esattamente come ora lo sono i piigs... è solo una questione di tempo, l'euro è stato progettato per questo e sta andando alla grande

    lelamedispadaccinonero.blogspot.it

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